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Quando pensiamo al mondo del Digital marketing, anche quando si tratta di marketing internazionale, di solito le prime cose che ci vengono in mente sono:
- una pubblicità emozionale,
- una locandina affissa ai lati della strada,
- oppure un grattacielo ricoperto di led con la modella che ti presenta quella crema costosissima ammiccando e bevendo un cocktail in una località esotica.
Non vederli come CONTENUTI, ma come STIMOLI!
Infatti, l’obiettivo di quella ragazza esotica che vedi sul grattacielo non è altro che un insieme di stimoli per infonderti le emozioni che proveresti se utilizzassi quel prodotto. Non a caso, le pubblicità di macchine sportive sono concentrate sull’adrenalina, la sicurezza e il vanto personale. Non a caso un prodotto tipico stagionale (come il panettone, ad esempio) punti molto sul calore familiare, la gioia del ritrovarsi durante le feste e l’orgoglio della tradizione. Anche quando si tratta di marketing internazionale.. È sempre bene pensare che TUTTI i contenuti che usi saranno in ultima istanza STIMOLI!Ecco 5 esempi di Epic Fail di marketing internazionale
1) BMW
Nel 2016, BMW ha dato il via a una campagna pubblicitaria il cui obiettivo era quello di stimolare il sentimento nazionale unito alla passione per i motori negli Emirati Arabi Uniti. La pubblicità iniziò con i membri della squadra di calcio Al Ain che cantano l’inno nazionale in mezzo allo stadio. Arrivati a metà canto, vengono interrotti dal rombo del motore di una BMW, il quale li fa scattare in una corsa verso le macchine, senza concludere l’inno. Questo aveva l’obiettivo di unire l’orgoglio per la nazione degli Emirati e la passione per le auto. Il messaggio doveva essere che i motori sono una passione vicina al contesto nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Il feedback fu, però, di rabbia e delusione da parte della popolazione. La quale, infatti, interpretò la pubblicità come“la BMW vuole mettersi al di sopra del nostro orgoglio nazionale, mancando di rispetto al nostro inno”Poco dopo il rilascio della pubblicità, Arno Husselmann, allora general manager di Abhu Dhabi Motors, ha dovuto chiedere pubblicamente scusa:
“Da fieri membri della comunità EAU, non è mai stata nostra intenzione recare alcuna offesa. Siamo una compagnia di proprietà degli Emirati e puntiamo a celebrare e promuovere la ricchezza dei valori e la cultura degli EAU, i quali sono riconosciuti a livello internazionale come eccellenza in tutti gli aspetti della vita di tutti i giorni”