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La lobby di Amazon fuori dal Parlamento Europeo

di Maria Luisa D'Urso
Tempo di lettura: 5 minuti.

Come funziona il mondo della lobby di Amazon e del lobbying in generale?

Il mondo del lobbying è da sempre una realtà controversa e spesso associata a pratiche poco trasparenti e a influenze indebite sulle decisioni politiche. Come detto prima, Amazon, è stato recentemente al centro di una polemica riguardante la sua attività di lobbying presso il Parlamento Europeo. L’azienda è stata accusata di cercare in modo poco trasparente di influenzare le decisioni legislative a proprio favore, violando così i principi di democrazia e trasparenza che dovrebbero guidare le istituzioni europee.


L’Unione Europea è da tempo consapevole del potere e dell’importanza del lobbying per le grandi multinazionali e ha cercato di regolamentare questa pratica con diverse iniziative legislative. Tuttavia, il caso di Amazon ha messo in luce le lacune esistenti nel sistema di regolamentazione del lobbying e ha sollevato interrogativi sulla reale indipendenza e imparzialità delle istituzioni europee.


Le attività di lobbying sono regolarmente consentite all’interno delle istituzioni europee. Le aziende prendono parte alle consultazioni sulle proposte di legge, cercando ovviamente di spingere i legislatori ad apportare modifiche a proprio vantaggio. I lobbisti devono essere iscritti ad un apposito registro.

La  lobby di Amazon si rifiuta di partecipare ai meeting

Amazon è una delle Big tech più “attenzionate”, non solo per le sue presunte pratiche anticoncorrenziali. La Commissione per l’occupazione e gli affari sociali aveva chiesto ai rappresentati dell’azienda statunitense di partecipare all’audizione “Working Conditions in Amazon Warehouses” del 23 gennaio, ma non si è presentato nessuno. Secondo la Commissione, questa è la terza volta dal 2021 che Amazon si rifiuta di partecipare agli incontri sulle condizioni di lavoro dei dipendenti nei suoi magazzini.

Per questo motivo è stato negato l’accesso al Parlamento europeo e ritirati i badge dei 14 rappresentanti di Amazon. L’azienda di Seattle ha pubblicato un comunicato sulla questione:

Andiamo nello specifico

Le accuse mosse contro Amazon riguardano principalmente il suo modo di agire all’interno del Parlamento Europeo. Secondo diversi documenti e testimonianze, l’azienda avrebbe messo in atto una serie di strategie per influenzare le decisioni politiche a proprio favore, lavorando in stretta collaborazione con alcuni membri del Parlamento e utilizzando risorse finanziarie considerevoli per ottenere il sostegno necessario. Questo comportamento non solo solleva dubbi sulla trasparenza e l’etica delle pratiche di lobbying di Amazon, ma mette in discussione anche la credibilità delle istituzioni europee nel garantire un processo decisionale equo e imparziale.

Cos’ha scelto il parlamento europeo?

Di fronte a queste denunce, il Parlamento Europeo ha deciso di adottare una posizione decisa e ha approvato una risoluzione che vieta ai lobbisti di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari. Questa decisione rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e accountability nel mondo del lobbying e invia un forte segnale alle grandi multinazionali che cercano di influenzare il processo decisionale a proprio vantaggio.

La decisione del Parlamento Europeo di vietare alla lobby di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari solleva però alcuni interrogativi sulla reale efficacia di questa misura nel contrastare le pratiche poco trasparenti delle grandi multinazionali. Infatti, molte altre aziende potrebbero adottare strategie simili a quelle di Amazon per influenzare il processo decisionale, rendendo necessaria una riforma più ampia e incisiva del sistema di regolamentazione del lobbying.

Inoltre, la decisione del P.E. potrebbe portare a una reazione negativa da parte di Amazon e delle altre grandi multinazionali interessate a influenzare le decisioni politiche a proprio favore. Queste aziende potrebbero cercare di aggirare il divieto imposto loro dal Parlamento europeo attraverso altre strategie di lobbying meno trasparenti e più subdole, mettendo ancora una volta in pericolo l’indipendenza delle istituzioni europee e la credibilità del processo decisionale.

Lobby di Amazon Europea

Gli sforzi di lobbying europei di Amazon coinvolgono sia rappresentanti diretti – con 14 persone accreditate nel registro di trasparenza del Parlamento europeo – che intermediari che lavorano per varie aziende, secondo il Financial Times.

Amazon ha 14 lobbyist accreditati a Bruxelles.

Il gigante americano del marketplace online Amazon pare spendere milioni di euro annualmente per il lobbying presso le istituzioni europee. La richiesta dei MEP è stata supportata da una lettera aperta di 30 organizzazioni della società civile, sottolineando le critiche di lunga data sul trattamento dei lavoratori da parte di Amazon e affermando che la politica dell’UE non è in vendita.

Tuttavia, nonostante le possibili criticità e le sfide che potrebbero sorgere in seguito alla decisione del Parlamento Europeo, è importante sottolineare che questo passo rappresenta comunque un segnale forte e chiaro a tutte le grandi multinazionali che cercano di influenzare il processo politico a proprio favore. La decisione di vietare ai lobbisti di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari dimostra che le istituzioni europee sono pronte a difendere la democrazia e la trasparenza, mettendo al primo posto l’interesse dei cittadini europei e il rispetto delle regole etiche e democratiche.

Inoltre, la decisione del Parlamento Europeo potrebbe avere un impatto positivo sul dibattito pubblico e sulla consapevolezza dei cittadini europei riguardo alle pratiche di lobbying delle grandi multinazionali. Questo episodio potrebbe infatti portare a una maggiore attenzione e sensibilizzazione sulle modalità con cui le grandi aziende cercano di influenzare le decisioni politiche e sulle conseguenze negative che questo comportamento può avere sulla democrazia e sulla trasparenza istituzionale.

Infine, la decisione del Parlamento Europeo di vietare ai lobbisti di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari potrebbe essere solo il primo passo verso una riforma più ampia e incisiva del sistema di regolamentazione del lobbying a livello europeo. È necessario che le istituzioni europee lavorino insieme per stabilire regole più chiare e stringenti sulle pratiche di lobbying, riducendo al minimo il rischio di influenze indebite e garantendo un processo decisionale trasparente e equo.

Solo con una maggiore vigilanza e regolamentazione sarà possibile contrastare efficacemente le pratiche poco trasparenti della lobby di Amazon e garantire la credibilità delle istituzioni europee. In questo contesto, la decisione del Parlamento Europeo di vietare ai lobbisti di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari rappresenta un passo nella giusta direzione, ma è necessario continuare a monitorare da vicino le attività di lobbying delle grandi multinazionali e adottare misure più incisive per garantire una maggiore trasparenza e accountability nel processo decisionale. Solo così sarà possibile preservare la democrazia e proteggere gli interessi dei cittadini europei.


Cosa ne pensano vari esponenti ?

“Garantire condizioni di lavoro eque è una componente fondamentale del Pilastro europeo dei diritti sociali”, ha dichiarato il presidente della commissione Affari sociali, il liberale romeno Dragos Pislaru, secondo cui il compito dei deputati “è quello di garantire che i diritti dei lavoratori europei siano rispettati e che la loro voce sia ascoltata”.

“Abbiamo invitato i rappresentanti di Amazon a collaborare su questo tema dal 2021, chiedendo loro due volte di partecipare alle audizioni della commissione e una volta di ricevere la nostra missione ufficiale alla fine dello scorso anno, a dicembre”, ha ricordato il presidente, denunciando che le richieste sono sempre state respinte.

“Il rifiuto di Amazon di impegnarsi in un dialogo pubblico con i legislatori ha reso impossibile per gli eurodeputati e i cittadini europei ottenere testimonianze di prima mano dalla dirigenza dell’azienda sulle pressanti domande e accuse riguardanti la violazione da parte di Amazon dei diritti fondamentali di riunione, associazione, contrattazione collettiva e azione, nonché di condizioni di lavoro giuste ed eque”, ha continuato Pislaru, secondo cui “il dialogo, la trasparenza e il rispetto per i cittadini dell’Ue sono valori non negoziabili”.

Conclusioni

In conclusione, la decisione del Parlamento Europeo di vietare ai lobbisti di Amazon l’accesso alle sedi parlamentari rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e accountability nel mondo del lobbying. Questo episodio mette in luce le sfide e le criticità legate alle pratiche poco trasparenti delle grandi multinazionali e invia un forte segnale alle aziende che cercano di influenzare il processo politico a proprio vantaggio. È ora fondamentale che le istituzioni europee lavorino insieme per rafforzare il sistema di regolamentazione del lobbying e garantire un processo decisionale equo e imparziale, nel rispetto dei principi fondamentali della democrazia e della trasparenza.

 

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