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e-Commerce e sostenibilità: il caso di WHATaECO

WHATaECO: Benni e Cate ci raccontano cosa vuol dire essere uno shop online green a 360 gradi

di Carolina Ferrazza
Tempo di lettura: 6 minuti.

LSono di nuovo qui per parlarvi di e-commerce e sostenibilità e portarvi l’esempio di un progetto che mi emoziona. Ho avuto la possibilità di incontrare Benedetta e Caterina, laureate in giurisprudenza con diverse esperienze all’estero alle spalle, entrambe CEO and Founder di WHATaECO,  lifestyle shop responsabile e consapevole. 

Nella nostra splendida chiacchierata abbiamo avuto la possibilità di approfondire i molteplici aspetti che fanno parte del loro progetto. Per farlo, ho studiato per loro un’intervista su più punti per capire davvero cosa vuol dire far combaciare e-commerce e sostenibilità. 

Dall’inizio allo sviluppo

Per incominciare ho iniziato dalle basi e ho chiesto loro “come vi è venuta questa bellissima idea e come avete fatto a studiare il mercato per capire che sarebbe potuta trasformarsi in una forma di guadagno?”  e mi hanno risposto “ dalla nostra esigenza di consumatrici di consapevoli alla ricerca di una realtà in cui acquistare prodotti online frutto di una filiera etica e il più possibile eco-compatibili su una piattaforma a impatto ambientale ridotto”. 

A questa descrizione data da Benedetta, che rappresenta a pieno l’anima di WHATaECO, hanno aggiunto un’analisi mercato sulle potenzialità dell’e-Commerce, che ha avuto una crescita pazzesca negli ultimi anni.

Lo studio del loro progetto è durato circa un anno e ha permesso loro di studiare bene il mercato italiano ed estero, fare il business plan, mappare i fornitori etc. WHATaECO è un progetto in grande perché tocca tanti aspetti e per questo le ragazze non sono sole; vengono supportate da due collaboratrici: Greta per la parte di Social Media Strategy  (stabilisce che canali di comunicazione utilizzare e come gestire il budget) e Chiara, per il Copyright e il Tone of voice

METODO DI SPEDIZIONE

Tutte le spedizioni di WHATaECO sono in dropshipping. Non c’è alcun magazzino, quindi questo significa risparmio di suolo, risparmio dei costi di luce, energia, riscaldamento ma anche riduzione delle tratte sotto il punto di vista logistico. Nonostante questo, il brand non viene mai a mancare grazie al monitoraggio della spedizione e il Customer Care.In questo momento, l’assitenza clienti viene da loro svolto in prima persona. 

Avete pensato ad organizzare ritiri in negozio chiedendo supporto ai fornitori con punti vendita fisici sul territorio?” Benedetta mi conferma che è un work in progress e che a breve quest’opzione sarà disponibile online. Hanno avuto l’opportunità di fare un test con la vendita di magliette prodotte in collaborazione con una realtà artigianale modenese, Medulla, che potevano essere ritirate dai clienti direttamente nel loro ufficio.

Cosa sta nascendo per il servizio clienti?

Parlando di Servizio Clienti, le ragazze, supportate da un partner, Pengo IdeeOnlife, entrato in società nell’ultima campagna di equity crowdfounding, stanno sviluppando un chatbot con quick test di domande base per scremare in modo automatico le esigenze generali e poi tenere il contatto diretto con il cliente per eventuali approfondimenti.

Il target di persone a cui si rivolgono è rappresentato da un consumatore attento, curioso, che fa tante domande, è consapevole, vuole essere sicuro di ciò che sta acquistando. E vuole che i prodotti che acquista rispecchino a pieno le sue aspettative.

Le domande principali riguardano il prodotto a 360° gradi e i best seller, come gli shampoo solidi. Sono uno dei prodotti più acquistati e sui quali vengono fatte più domande specifiche legate alla tipologia di capello e per questo a breve andrà live un configuratore di shampoo solidi che permetterà all’utente di scegliere quello a lui più indicato. 

LA SCELTA DEI FORNITORI

Come avviene la selezione dei fornitori che per un brand come il vostro è una missione, una scelta fatta col cuore?” “ Si, lo è. “ mi risponde Benedetta “Supportiamo solo brand di cui saremmo clienti.

Su whataeco.com è disponibile un questionario preliminare contenente diverse domande per capire se il brand condivide i nostri valori. Se viene riscontrato interesse, organizziamo una call di presentazione per approfondire aspetti legati al luogo di produzione, materiale utilizzato, tecnica di lavorazione, utilizzo o meno di energia rinnovabile, innovazione del prodotto, presenza di certificazioni, impatto sociale e trasparenza di filiera. Stiamo anche implementando un sistema di score che metta in evidenza le peculiarità del brand.“ 

Non vengono selezionati solo fornitori certificati, che spesso sono grandi realtà, ma anche non certificati, come piccoli artigiani. Questa scelta è stata fatta per supportare e promuovere attività di diverse dimensioni e fasi di sviluppo.

Contatti

In un primo momento abbiamo realizzato un database proprietario di 3000 contatti brand e 40 di loro, prima ancora che noi andassimo online, hanno sposato il nostro progetto!” racconta Caterina, molto emozionata, “Il questionario è tutt’ora presente e disponibili per tutti i brand  che si sentono vicini alla nostra realtà e che vogliono godere di un canale di vendita a basso impatto e rafforzare il messaggio etico e sostenibile del proprio brand”.

In questo momento collaborano con 170 brand e non sono in fase attiva di scouting, anche se vorrebbero, per poter ampliare l’offerta, ma al momento, la priorità è implementare la piattaforma e snellire i processi per migliorare la Customer Experience. 

CUSTOMER RETENTION

Entrando nel dettaglio e parlando di Customer retention, Caterina mi racconta che il 20% dei loro clienti è con loro dall’inizio e le newsletter sono per loro un buon modo per avere interazione con i clienti più affezionati, ad esempio inviando un coupon nel caso in cui non acquistino da un po’ di tempo. E’ in work in progress un’azione loyalty più incisiva per il 2022: un programma fedeltà con interazioni col consumatore finale.

Per la Customer acquisition invece, tra me e Benedetta si è innescata una bella riflessione sui Social Network. Il “bel profilo”, che, a rigor di logica, dovrebbe essere lo strumento più utile per trovare nuovi clienti, porta traffico, ma creare forte engagement è davvero molto difficile, mi conferma lei. Essere un negozio e non una persona che ci mette la faccia è un punto a sfavore perché i social danno più visibilità alle persone fisiche che ai prodotti..

WHATaECO non ha ancora una presenza importante su canali in cui dovrebbe essere forte, ad esempio Google, per motivi di budget. Inoltre ci sono periodi in cui le metriche sono più basse del solito, ad esempio durante il Black Friday. In quest’occasione, l’anno scorso le ragazze hanno scelto di tenere chiuso il loro e-Commerce lanciando la campagna “Chiusi per Black Friday”.

Questa scelta ha avuto un impatto molto più positivo di quanto si aspettassero perché è stata una scelta di valore condivisa dai loro consumatori. La maggior parte di essi, hanno attivamente ripostato l’iniziativa sui Social Media.

QUANTO CONTA IL PASSAPAROLA?

Tutte e tre rimaniamo d’accordo su un punto: il passaparola è l’arma più forte di tutte. Sono stati fatti due esperimenti da loro in merito: la prima challange “WHATaVOICE” con la partecipazione di 10 influencer appartenenti al loro target e avevano chiesto loro di raccontare una situazione in cui era stato necessario per loro alzare la voce per dare un esempio di un’occasione in cui avevano fatto valere le loro idee/valori .

L’altra campagna che hanno organizzato è il lancio di un ricettario vegano in occasione di un pranzo organizzato durante il Veganuary presso Bottega Vegana a Modena in collaborazione con 5 influencer target e il profilo Instagram @modenavegana che si occupa di divulgazione.

Entrambi gli eventi hanno avuto un grande successo. Il bisogno del consumatore di oggi è di entrare a pieno contatto con l’azienda, conoscerla, conoscere il prodotto e quasi andare “oltre” le barriere digitali. 

I DATA CENTER

Udite, udite.. anche il server è ecosostenibile! I data center hanno un impatto ambientale fortissimo, sono come magazzini enormi con tantissimi PC, consumano tantissima elettricità, producono tantissimo calore e pertanto, hanno la necessità di essere raffreddati. Per evitare di scegliere un data center e contribuire all’inquinamento digitale, in prima battuta, hanno scelto il server di hosting sostenibile Exe.

Exe è il primo data center alimentato ad energia solare e raffreddato in modo naturale del Sud Europa, bellissima realtà presente nella zona industriale bolognese.

In un secondo momento, si sono spostate su un server finlandese certificato alimentato ad energia pulita (principalmente energia eolica). Nel nord Europa ci sono tantissimi data center ad energia pulita, basta solo informarsi! Le ragazze sperano di essere apri pista per tutti quegli e-Commerce interessati alla sostenibilità che potrebbero optare per server alimentati a energia pulita.

Ultimo ma non ultimo: il packaging. Grazie alla collaborazione con brand eco sostenibili che già utilizzavano imballi plastic free, WHATaECO aggiunge solo qualche linea guida. Tra queste: nastro brandizzato WHATaECO in carta, imballo più piccolo possibile, con materiali il più possibile riutilizzati.

Quali sono i progetti di WHATaECO?

Ci sono diversi progetti di tutela ambientale di cui si occupa: nel primo periodo l’obiettivo era selezionare partner con cui compensare le emissioni. E’ stato quindi  selezionato EcoTree, un ente che si occupa di gestire, curare e ripopolare le foreste presenti in Europa.

In un secondo momento, grazie alla passione del mare di Caterina, hanno scelto di supportare la campagna 30×30 di Worldrise. Si tratta di un progetto internazionale molto più ampio di tutela dei mari.

Nello specifico la campagna italiana, ha l’obiettivo entro il 2030 di rendere almeno il 30% del mar mediterraneo area marina protetta. Il progetto per il prossimo triennio, in collaborazione con la neo socia Fenice SpA, invece è calcolare le emissioni di tutta la Startup a livello di viaggi dei collaboratori, ricerche sui social, utenze dell’ufficio e andare a compensarle con l’acquisto di crediti di CO2.

“Avete qualcosa da aggiungere, integrare, approfondire?”

Caterina mi dice sì e afferma “L’etica! Puntiamo tantissimo sull’eticità delle aziende. Infatti, allegato al contratto di fornitura c’è sempre il nostro codice etico che viene condiviso anche da tutti coloro che lavorano con noi”. Una delle loro missioni è proprio lavorare con brand che rispettano i lavoratori e che lavorano all’interno dell’UE. Il tema è intrinsecamente collegato alla sostenibilità e la provenienza dei prodotti. 

Se ti è piaciuto questo approfondimento su e-commerce e sostenibilità, condividi l’articolo e visita WHATaECO!

 

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