Stare dietro ai social media, lo sappiamo, è un lavoro che richiede dedizione e studio costante.
Per tenervi aggiornati con un pizzico di leggerezza, ecco la classifica dei 3 top trends in materia di social media di questo primo quadrimestre del 2018.
1.I video live
No way, anche se vi fa accapponare la pelle, ci sarà sempre qualche amico che preso dall’euforia di una bella serata, o da un evento particolare, vorrà il suo momento di gloria Live, sui social.
Il live video è una opportunità tutta da esplorare per i brand, e nel 2018 le strategie di marketing del 95% degli executives marketers intervistati nello studio di Brandlive dichiara che i live video potrebbero essere una parte cruciale della loro strategia di marketing.
Ma dove comunicano “live” i nostri utenti*?
91% su Faceook
29% Instagram
21% Periscope
14% Youtube
3% altri
* dati buffer
Cosa occorre per impostare quindi una ottima strategia live?
Identificare il target giusto–> il canale giusto
Identificare il contenuto più adatto al nostro target e canale
Creatività, pazienza, e INIZIARE!
2. Chatbots dovunque
I chatbots a dire la verità non sono di recentissima scoperta, e si può risalire ai primi chatbots ai tempi di AOL Instant Messenger.
Ma da quando i chatbots sono stati integrati alle piattaforme di social media marketing la loro fama è cresciuta, e le aziende hanno potuto trarne un enorme beneficio, riuscendo a comunicare con i propri clienti sui social media, senza investire grosse somme in social care.
A un anno dalla nascita della nuova piattaforma Facebook Messenger il numero di chatbots è passato da 33.000 a oltre 100.000.
E’ l’anno della marketing automation, è il progresso baby.
Ma questo progresso non sostituirà completamente l’uomo, e il supporto umano al bot nella gestione dei singoli case, assumerà nuove forme. Sarà più tecnologico e strategico, ma sempre rilevante.
3. L’evoluzione dell’influencer marketing
Chiara Ferragni scansati!
Anche io, con la rivincita dei microinfluencer, dall’alto dei miei 3330 follower su Instagram assumo un nuovo valore per i brand che vogliono comunicare i loro servizi e prodotti.
Ma come mai questo cambio di rotta?
La ricerca condotta da medium rivela che i microinfluencer hanno il 60% di tasso di engagement in più rispetto agli influencer più celebri.
In soldoni cosa può significare?
- Conoscenza di brand/prodotto/servizio a livello mass market
- FIno al 22% di conversioni in più
- Costi comunicazione più bassi
- Credibilità del brand più diffusa
Come lavorarci su?
- Individuare i microinfluencer attraverso apposite piattaforme o anche personalmente, su IG
- Proporre loro una collaborazione sulla base di una attività tipo member get member—> aumento garantito delle conversioni
- Offrire sconti o prodotti da testare in omaggio
- Tracciare l’attività attraverso erogazione di codici coupon
E molte altre iniziative ispirate dalla creatività e dal buon senso.
Maria Luisa D’Urso