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Intervista a Nicolò Santin: CEO&Co-founder della startup Gamindo

di Maria Luisa D'Urso
Tempo di lettura: 4 minuti.

 

Abbiamo intervistato Nicolò Santin, CEO & Co-founder della startup Gamindo che si è occupata di realizzare Rescue Matilda, l’advergame ufficiale del brand Chiara Ferragni di cui vi abbiamo parlato nel precedente articolo.

1) Cos’è Gamindo e come funziona

Gamindo è una startup che si occupa di sviluppare videogiochi brandizzati, quindi giochi promozionali per le aziende, ma con un elemento in più: l’impatto. Il loro obiettivo, infatti, è quello di convertire il tempo speso giocato ai videogiochi in azioni per enti non profit.

In questo modo, i brand hanno un “doppio costo”: una parte del budget è dedicato allo sviluppo del gioco da parte di Gamindo (fonte di ricavo della startup); in più, i brand stanziano un ulteriore budget da donare in beneficenza, il quale viene suddiviso in gemme che il giocatore deve conquistare durante la partita.

Nicolò afferma che: “Ci siamo resi conto che siamo quasi tre miliardi di persone nel mondo che giocano ai videogiochi e sentiamo di voler far qualcosa, di dare un impatto quando ci divertiamo, quando giochiamo ai videogiochi”.

Gamindo ha già avuto importanti collaborazioni con aziende come Lavazza e Discovery Italia; contemporaneamente ha, anche, sperimentato con progetti come quello di Rescue Matilda, che gli permettono di restare nel mondo del gaming ma esplorando dinamiche diverse che si possono collegare.

2) In quale settore lavorano i brand che si avvalgono dell’advergame?

“In questo momento, l’advergame è una soluzione che funziona praticamente per tutti i brand”.

Infatti, se vent’anni fa, quando uscivano i primi advergame, ci giocavano i giovani o persone vicine al mondo tecnologico, ora ci possono giocare persone di tutte le età. Questo permette di poter utilizzare un advergame sia a un brand che si rivolge alle nuove generazioni, sia a uno che vuole parlare ad un target molto più adulto. Nicolò mette in evidenza un elemento interessante a sostegno di questa tesi: “l’età media del gamer è di 34 anni e, quindi, ci giocano persone di tutte le età”.

A livello di brand, inoltre, l’advergame funziona meglio nel B2C, perché l’utente è più predisposto a giocare, divertirsi ed è più pronto ad una comunicazione di questo genere da parte di un brand. Questa strategia, però, si sta diffondendo anche nel B2B, perché anche quelle aziende sono fatte di persone, persone che giocano ai videogiochi. Quindi, l’advergame può essere una soluzione anche per un brand che fa qualcosa di poco attraente, inserendo un elemento di divertimento.

3) Qual è il target di un advergame?

Dato che l’advergame può essere funzionale a qualsiasi brand, anche il target è molto eterogeneo a livello di età.

L’utente viene intercettato in primis grazie ai social network, ma anche tramite newsletter o QR code diffusi tramite eventi. Ovviamente, intercettare i giovani è più semplice (i 75% dei giocatori di Gamindo è under 34) perché possiede una maggior propensione per il gioco e la condivisione. Tuttavia, anche le persone più adulte sono attratte da queste tipologie di giochi molto semplici e si affezionano al prodotto. Questo anche grazie al fatto che il videogioco non è più materialmente legato alla console, ma è adatto ad altri dispositivi elettronici, come lo smartphone.

4) Come è nata l’idea di Rescue Matilda? Raccontaci come siete arrivati a Chiara Ferragni

L’origine dell’idea è nata da una scommessa con il socio, Matteo Albrizio, che sosteneva che Nicolò non avrebbe mai raggiunto Chiara Ferragni.

Continua Nicolò: “ho provato il classico info@blondesalad.it e chiara@gmail.it, ma non ha funzionato. Poi, un bel giorno su LinkedIn, ho provato a fare un post dicendo che avevo un’idea per Chiara che avrebbe potuto portare un grande valore al suo eCommerce. […] Nel giro di poco tempo è stata apprezzata fino a raggiungere il loro responsabile di digital marketing, che mi ha scritto dicendomi che tutti gli stavamo mostrando il mio post e voleva che gli spiegassi la mia idea”.

Continua: “mi è piaciuto molto, sia per il tema del coinvolgimento della community, della lead generation, sia per il tema del traffico sul sito, perché la possibilità di scegliere l’outfit nel gioco, ti permetteva di andarlo ad acquistare direttamente nello store”.

5) Avete un altro case history legato alla lead generation e all’aumento di traffico per un eCommerce?

Un caso simile a questo è il progetto dedicato a Marco Montemagno. Il suo era un gioco di ping pong, legato a un contest dove i primi classificati avevano l’opportunità di sfidare dal vivo a ping pong Marco. Unito a questo, a fine partita gli utenti venivano invitati ad andare su Amazon per acquistare il libro di Marco, ottenendo così anche una vita in più per la partita successiva e aumentando le loro chance di vincere la partita con Montemagno. In questo modo, il traffico verso Amazon è notevolmente aumentato e anche l’acquisto del libro: il portare l’utente sulla pagina aumentava, così, la probabilità che converta e quindi acquisti il libro.

6) Quali sono le opportunità che il mondo dei videogiochi è in grado di offrire all’e-commerce?

Sicuramente uno degli elementi principali, oltre al tema del traffico sull’eCommerce, è anche il tema della raccolta del dato in generale, degli insight: presentando vari elementi disponibili nel sito, si può vedere quali di questi elementi l’utente sceglie di più. In questo modo un eCommerce può adattare la sua comunicazione in base ai risultati che raccoglie da questi dati.

L’advergame è un modo per portare un contenuto nuovo diverso dal video, dall’immagine o dall’audio, perché, soprattutto le nuove generazioni, vogliono interagire: “è come se ognuno si creasse un po’ la sua pubblicità, si diverte e ci gioca”. È una pubblicità che funziona perché l’utente è gratificato o pensa di aver conquistato un qualcosa, e questo aumenta la buona riuscita degli obiettivi prefissati.

7) Quali sono le prospettive dell’advergame?

Due sono le prospettive principali:

  • la qualità dell’advergame crescerà sempre di più, perché ad esso si stanno integrando altri strumenti, come il collegamento con i social network;
  • l’advergame non sarà solo per i grandi brand, ma per tutti, perché sempre più si stanno abbattendo i costi di produzione.

 

Un’ultima riflessione è dedicata al tema del personal branding su LinkedIn. Nicolò, con l’inizio della pandemia, ha iniziato a dedicare tempo e impegno a LinkedIn, ottimo strumento per costruirsi credibilità con i clienti e farsi conoscere. Ricordiamo che il progetto per il brand Chiara Ferragni, il videogioco Rescue Matilda, è partito grazie a un post di Nicolò su LinkedIn che è riuscito a diventare virale e ad arrivare fino al responsabile del digital marketing della influencer.

Possiamo affermare, quindi, che il personal branding su LinkedIn è una delle leve per il successo di tutta la startup Gamindo e lo è stato sicuramente per la realizzazione di Rescue Matilda.

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